Lo stagno

Stagno di S'ena Arrubia

Questo stagno è una porzione dell'enorme territorio paludoso, a sud di Oristano, ciò che resta del grande stagno salato di Sassu, che aveva un'estensione di 3270 ettari. 
Venne sottoposto nel 1937 a bonifica dal Fascismo, che contestualmente fondò la città di Arborea. Lo stagno di S'Ena Arrubia, appunto, si salvò dal prosciugamento. Ha una superficie di circa 300 ettari di livello costante in quanto viene alimentato da canali artificiali di acqua dolce, attraverso le acque basse dell'idrovora di Sassu e da un fiumiciattolo denominato canale Sant'Anna; lo scarico, invece, avviene sul mare mediante saracinesche dislocate fra un villaggio di pescatori ed una pineta costiera che a sud si irradia fino alla spiaggia di Arborea.

Oggi è sotto la gestione di una cooperativa di pescatori, che può catturare ogni anno molti quintali di spigole, anguille, carpe, muggini. Inoltre viene utilizzato anche per l’irrigazione. 

Nel bacino trova dimora una rigogliosa vegetazione acquatica tra cui il Giuncheto, lo Scirpeto, il Fragmiteto
La sua ricca vegetazione e l'abbondanza ittica attira diverse specie di uccelli palustri, alcuni dei quali molto rari, nidificano sulle sue sponde, come il Tabaruso, l'Airone rosso, il Fistione turco, il Cannareccione, il Martin Pescatore. Sono di passaggio, invece, le Folaghe, i Cormorani, gli Aironi, i Gabbiani e i Fenicotteri rosa che vi fanno sosta durante le migrazioni tra Africa e Francia. 

Stagno di Corru S'ittiri 

Nel confine Sud di Arborea si estendono altri stagni tra cui, quello di San Giovanni e Marceddì, il più pescoso di tutta la Sardegna. Da questo punto è possibile raggiungere lo stagno Corru de S’Ittiri per poi proseguire verso il promontorio di Corru Mannu. Qui è ubicata la peschiera con saline e proprio tratto di mare.

La vegetazione è costituita prevalentemente dal Giuncheto e dal Fragmiteto, da piante di lentischio, asfodelo e varie specie alofile. Di notevole importanza è l’avifauna per l’abbondanza di esemplari, in particolare nel periodo invernale e per l’elevato numero di specie: gabbiani, gabbiani reali, cormorani, garzette, Airone cinerino, avocette, Cavalieri d’Italia e Martin Pescatore. La scarsità di bassi fondi rende il bacino non attrattivo nei confronti dei fenicotteri.